sabato 21 maggio 2011

Bambine di un tempo: senza televisione, senza videogiochi e pochi divertimenti

Il libro "straniera" della Visconti descrive bene la vita dei bambini nella prima metà del secolo scorso.
Anch'io, come lei, amavo stare con gli adulti ed ascoltare i loro discorsi. La domenica venivano le mie zie e le prozie a trovare mia nonna; io mi intrufolavo fra di loro e cercavo di captare le loro reciproche confidenze. Appena si accorgeva della mia presenza, mia nonna mi mandava via: "Vai a giocare" mi diceva.
A giocare con cosa?
Allora mi rifugiavo nel "giardinetto", che era un piccolo spazio dedicato solo ai fiori, a fianco del'aia. E lì fantasticavo, sognavo una vita avventurosa e, se avevo "qualcosa" da leggere, leggevo. "Qualcosa" poteva essere un libro, in casa nostra erano rari anche se preziosi, ma più spesso pagine di giornale o di riviste con le quali i commercianti avvolgevano le merci.
I discorsi degli uomini erano meno intriganti; parlavano di sport, calcio e ciclismo, e di poltica ed a volte alzavano la voce. Temevo che litigassero e mi angosciavo; loro invece, finita la discussione, erano di nuovo amici.
Gli uomini si assiepavano attorno alla radio per seguire le partite o il giro d'Italia, poi si mettevano a giocare a bocce nel cortile.

Nessun commento:

Posta un commento