sabato 25 giugno 2011

Piccole manie: dalle potature ai bastoni da passeggio

Certo che di gente strana ne conosco!
Un mio vicino di casa ha un hobby un po' speciale: creare bastoni da passeggio.
Dalle potature degli alberi selezioni rami delle giuste dimensioni, che siano belli diritti e li accantona per l'inverno.
Quando il tempo è brutto e non permette di stare all'aria aperta, lui prende quei rami, li leviga, li rende affusalati, li vernicia: lavoro di giorni e giorni, fatto con una cura che rasenta la pignoleria; poi compra i gommini da applicare alla parte che appoggia in terra ed attrezza la parte superiore con pomelli intagliati o con manici recuperati da ombrelli rotti.
Ha anche inventato un attrezzo, molto utile, per raccogliere le foglie di magnolia, che sono spesse e lisce, difficili da scopare: ad un bastone con pomello superiore ha applicato, con del robusto nastro adesivo, un chiodo con cui infilzare le foglie.
Ogni mattina il mio vicino si avvia baldanzoso, con uno dei suoi numerosi bastoni, verso uno dei bar del paese: è talmente arzillo che viene da chiedersi:
"Ma a cosa gli serve il bastone!"
Me l'ha svelato involontariamente qualche tempo fa.
Si stava parlando dei prezzi dei prodotti alimentari e di come siano diversi da un esercizio all'altro. Mi dice:
-" Sa un mattino che avevo sete, ma proprio tanta, tanta sete, sono entrato nel "Bar X" ed ho chiesto un bicchiere di bianco e l'ho pagato 1 euro. Poi qualche giorno dopo, avevo di nuovo sete, ma proprio tanta, tanta sete, sono entrato nel "Bar Y", ho chiesto un bicchiere di bianco e l'ho pagato esattamente il doppio".
Ed allora ho capito a cosa gli serve il bastone da passeggio: dopo qualche bicchiere di bianco il ritorno a casa è più difficoltoso e non solo  perchè la strada è un po' in salita!.

lunedì 20 giugno 2011

Piccole manie: fiori si, ma finti

All'ingresso del supermercato, alcuni giorni fa, ho incontrato un amico; stava facendo la spese per la cena a casa di suo suocero, rimasto vedovo circa un mese fa.
Come stai, come non stai solite formalità:
- Scusa se ti lascio, ma è tardi e devo passare dal fioraio prima che chiuda per comprare i fiori fnti.
- Per il cimitero? - dico io, pensando fossero per la suocera da poco deceduta.
- No sono per me, mi piacciono le composizioni di fiori finti ed ogni tanto ne compro una, ma poi la devo nascondere perchè mia moglie non vuole.
- Ma allora che senso ha comprarle se poi non puoi godertele?
- Me le porto in montagna e quando sono solo me le dispongo i giro per la casa, sul comodino, sul davanzale eccetera.
Ci siamo rivisti una mezz'ora dopo al semaforo, io ero ferma con l'auto, lui era in bici; è venuto a farmi vedere l'acquisto: un praticello con intorno la staccionata ed in mezzo i fiori, carino anche se a me i fiori finti non piacciono.
- Almeno non devo bagnarli.

"Sulla riva del fiume" : come eravamo

Per chi ha vissuto quegli anni (fine anni 50/60), leggere il libro è rivivere la propria gioventù, con i pochi mezzi che erano a disposizione, con la solidarietà fra la gente, pochi divertimenti e tanto lavoro e fatica.
Per i giovani potrebbe aiutarli a capire un periodo molto diverso dall'attuale: immaginare di vivere senza TV, senza internet, ma anche senza telefono, auto e tante altre comodità.
Non si andava in vacanza ed i divertimenti erano semplici: le bocce, le carte, la caccia; come si vede erano riservati agli uomini;  le donne potevano ballare una volta l'anno, alla festa del paese, se trovavano un cavaliere.
Mi sono piaciute molto le descrizioni del gioco delle bocce: si vede che è stata un passione di famiglia.
Altre pagine magistrali sono la descrizione della Fiat Seicento special, che termina con la frase:
"Un canto, un vero inno alla vita e al'ingegneria meccanica" (sono di parte....).
Un libro che si legge in fretta, sorridendo, forse solo un po' troppo dialetto piemontese, per chi non è avvezzo.

domenica 19 giugno 2011

Sulla riva del fiume un borgo alla fine degli anni cinquanta

Sono stata alla presentazione del libro "Sulla riva del fiume" di Marco Volpatto edito da Edizioni Angolo Manzoni - grandi caratteri corpo 16.
Sono sempre molto scettica quando l'autore si presenta in modo un po' umoristico - normalmente quando gli altri ridono io mi chiedo perchè; ma questa volta ho  dovuto ricredermi: Marco Volpatto è veramente una persona simpatica e lo è in modo spontaneo, non cerca di far ridere a tutti i costi: è così e basta.
La serata è stata gradevole e piacevolmente movimentata e così m'è nata la curiosità di leggere il libro, che è ambientato in Piemonte, a Mezzi di Po, alla fine degli anni cinquanta.
L'autore ha letto con grande efficacia alcuni brani del libro, usufruendo di "gadget" personali risalenti agli anni deldopoguerra. Egli, oltre ad essere docente di sociologia presso la Facoltà di Scienze Motorie, è anche autore di spettacoli teatrali, per cui tiene bene la scena. Appassionato di musica popolare, ha anche suonato uno strumento che io, probabilmente sbagliando, definisco "organetto".
Ho iniziato la lettura del libro ed ho trovato cose interessanti: descrizioni, ricordi ... e ... la punteggiatura al posto giusto, il che non è poco.

mercoledì 15 giugno 2011

La rucola: dalla semina all'uso in cucina

C'è un angolo del nostro orto, compreso tra 2 muri a 90 gradi, che essendo riparato, è diventato il nostro vivaio.
D'autunno in questo scampolo di terreno seminiamo radicchio, valeriana, bietola da taglio, rucola, cime di rapa. Queste piante sono sensibili alla luce solare e quando a fine inverno le giornate si allungano, montano e vanno in seme.
La rucola, a inizio primavera era rigogliosa e tenera, ma appena il clima è cambiato, è montata ed ha prodotto dei baccelli contenenti i semini. L'abbiamo lasciata seccare sul terreno e poi l'abbiamo estirpata.
Dopo la pioggia ed il caldo di questi giorni, sorpresa!, è nato un prato di rucola. Ora ha 2/3 foglioline e presto si potrà raccogliere.
Purtroppo d'estate la rucola monta velocemente, ma per un po' avremo tenere foglie aromatiche da aggiungere all'insalata.
A noi piace distribuirla sulla bresaola, sul manzo affumicato e sulla pizza, a fine cottura.

venerdì 10 giugno 2011

Il viaggio, Kerouac ed i suoi libri

Jack Kerouac ed i suoi libri "Sulla strada" e "I vagabondi del Dharma" sono sinonimo di viaggio.
Viaggi folli attraverso l'America, da una costa all'altra, dal mare alla montagna, in autobus, su treni merci o con l'autostop, senza mai trovare il proprio posto nel mndo.
I viaggi da lui descritti hanno il sapore della libertà, via dai vincoli della quotidianità, via da una società che crea un reticolo di doveri, reali o fasulli, una dipendenza continua da cose inventate da altri.
Lui, il padre della "beat generation", ha rappresentato bene una generazione che ha fatto del viaggio lo scopo di vita: vagabondaggi alla ricerca di loro stessi, esseri sempre inquieti, pieni di tormenti, a volte mistici, un po' santi, ma spesso dannati.
Fuga e ricerca; sesso, droga, alcool, ma anche poesia.
Ne "I vagabondi del Dharma" è molto bella la parte in cui descrive la scalata del Matterhorn, sembra quasi di doverne condividere la fatica e le emozioni, le paure e la soddisfazione. Quella cima che sembra ora vicinissima ed ora lantanissima: guardi avanti ed è lì, ma poi le forze mancano; guardi indietro e vedi il mondo in minatura.
Si, leggendo Kerouac vien proprio voglia di andare, viaggiare, scalare montagne, ma senza imitare gli eccessi, che hanno portato molti di quei giovani a divenire delle larve e spesso a morire in giovane età.
VG

lunedì 6 giugno 2011

frutta in cucina: un dolce alle ciliegie

 

In questo periodo ci sono ciliegie in abbondanza ed il problema è come non sprecarle.
Quest'anno, oltre alle solite marmellate, alle ciliegie sciroppate e sotto spirito, le ho utilizzate per un dolce buonissimo: il clafoutis. Devo dire che è paciuto tantissimo e l'ho rifatto più volte, sia in forno che in padella. Ho anche di volta in volta modificato la ricetta iniziale ed ho sempre ottenuto un buon risultato.
Ingredienti per il clafoutis da cuocere in forno:
300/400 gr. di ciliegie, 100 gr. di zucchero, 90 gr. di farina, 200 gr di latte, 3 uova 2 cucchiai di liquore (io ho messo della buona grappa) un po' di vanillina.
Spargere sul fondo della teglia parte dello zucchero e disporvi sopra le ciliegie denocciolate.
Preparare la pastella sbattendo lo zucchero e le uova, aggiungere gradatamente la farina setacciata, quindi il latte fino ad ottenere un composto omogeneo; aromatizzare  col liquore e la vanillina.
Versare a cucchiaiate la pastella nella teglia, evitando che le ciliegie si sollevino disordinatamente. Infornare a 180 gradi per 20/30 minuti.
A fine cottura spolverare con zucchero a velo.
Ho provato questa ricetta riducendo le uova e lo zucchero ed aumentando il latte.

Ricetta del clafoutis da cuocere in padella antiaderente:
Preparare la pastella come indicato nella ricetta precedente; aggiungere alla pastella le ciliegie tagliate a pezzi.
Mettere la padella sul fuoco ed imburrarne il fondo e le parti laterali, come per fare le crepes. Quando la padella è calda versare l'impasto, coprire con un coperchio e cuocere a fuoco moderato.
Quando anche la  superficie superiore del composto è rappresa far scivolare la torta sul coperchio e rivoltarla nella padella per dorarla da entrambe le parti. A fine cottura spolverare con zucchero a velo.
Questo dolce è buono sia tiepido che freddo.
E' un'ottima merenda per i bambini, ma in questo caso evitate di aggiungere il liquore.
VG