venerdì 29 luglio 2011

Ferdinando Camon: Un altare per la madre

Non è un romanzo, ma un'elegia, un canto d'amore per la madre morta. Fra la vita e la cultura della madre e quelle del figlio c'è un abisso: lei sapeva solo parlare il dialetto, lavorava nei campi da mattina a sera, parlava poco; il figlio è colto, lavora e vive con le parole eppure fra loro c'è un legame  così forte che il figlio le dedica un libro, che è stato definito "un altare di parole". Così la madre continuerà a vivere non solo per lui, ma per tutti quelli che leggeranno il libro, e sono stati in molti, visto il successo che a suo tempo ha avuto il romanzo.
Quello che m'è piaciuto del libro è l'immagine di una civiltà contadina nello stesso tempo reale e poetica, senza nessun rimpianto per un mondo passato, ma cogliendo l'essenzialità di quel mondo. Una fotografia ingiallita di una civiltà che adesso ci appare quasi preistorica, ma il senso della vita è attualissimo e la morte ha un posto fondamentale: "... per giorni non si parle che del morto, che quindi non è mai stato così vivo. Ognuno ha il suo monumento di parole e di ricordi.......Andare verso la morte è come camminare tenendosi per mano e formando una catena"
Quindi la morte non come una fine, ma come una continuazione.
M'è piaciuta soprattutto la scrittura, compatta e tesa, parole come pietre, tagliate su misura  e messe al posto giusto nella costruzione di un altare letterario.

lunedì 25 luglio 2011

Truman Capote: Altre voci altre stanze

"Giù abbasso, sotto una torrida distesa d'onde di sole, un giardino, un indescrivibile intrico d'alberi zebra e di lillà, d'orecchie d'elefante e di salici piangenti.....; e i ciliegi nani, simili a quelli delle stampe orientali, stendevano i rami verdi e contorti nel calore meridiano. E questo oblungo intrico di vegetazione........ lo si sarebbe detto ... il risultato di un fantastico assortimento di semi sparpagliati da qualcuno in un momento di frenesia."
Parlando di piante e di libri, quale immagine migliore di questa, che è la sintesi della meraviglia della natura, soprattutto quando abbatte le regole imposte dall'uomo e si riprende i suoi spazi.
Truman Capote gioca così bene con le parole e con le immagini, da coinvolgere il lettore e farlo penetrare negli ambienti che lui descrive. Anche la storia di Joel, il protagonista di "Altre voci altre stanze" coinvolge, perchè l'autore crea delle aspettative nel lettore, che poi vengono sempre disattese, lascindolo sospeso nell'incertezza fino alla fine.
Romanzo gotico è stato anche definito, sia per la trama che per le descrizioni, che esaltano il gusto per il grottesco e per il fantastico.
Truman Capote merita un approfondimento maggiore, in quanto è considerato uno de più geniali scrittori del '900.

venerdì 22 luglio 2011

Oggi parliamo di peperoncino

Si oggi è stato di scena il peperoncino: a Rieti c'è la sagra del peperoncino e guarda un po' quanti politici sono stati invitati: la Polverini è arrivata addirittura in elicottero!
A noi aumentano la benzina e loro si permettono di andare ad una sciocca sagra con l'elicottero!
E basta, non se ne può più! Dobbiamo far qualcosa e mandare a casa questi sfruttatori ed imbroglioni, che per farsi votare promettono, promettono e promettono e poi si fanno soprattutto gli affari propri.
E il povero peperoncino non ne può niente, ma viene ricordato per denunciare l'ennesimo comportamento stupido di politici malati di presenzialismo.

giovedì 21 luglio 2011

Per chi suona la campana: Hemingway e la guerra

Un episodio di guerriglia durante la guerra civile spagnola, una storia d'amore e di morte.
Tutto il romanzo è racchiuso in pochi giorni, che hanno l'intensità di una vita.
Robert Jordan è un americano, giovane, intellettuale, volontario nelle file antifranchiste, che deve far saltare un ponte con la dinamite. Per portare a compimento la sua missione si appoggia ad un gruppo di partigiani che alloggia in una caverna, nelle vicinanze del ponte. Un piccolo mondo, i cui componenti sono una variegata rappresentazione di vizi e virtù. Fra loro è Maria, che rappresenta tutto il buono che Robert può trovare in un momento tanto tragico. Fra i due nasce un amore intenso, in quanto il tempo a loro concesso è breve ed il futuro è limitato dall'esito dell'azione dinamitarda.
La fine non è scritta, ma è intuibile e non lascia spazio all'ottimismo.
Ma il libro è molto di più del racconto di un fatto di guerra e di un amore: è ricco di riflessioni sulla vita, sulla
guerra, sulle scelte individuali e sulla società in generale.
Raccontare un libro così complesso è difficile, per  cui consiglio di leggerlo o anche di rileggerlo, perchè si scoprono e si apprezzano di volta in volta cose nuove.

mercoledì 20 luglio 2011

Mendel, la genetica, i piselli

Oggi è il 189 anniversario della nascita di Gregor Mendel (me l'ha detto Google!), il frate biologo che ha studiato la trasmissione dei caratteri ereditari.
Ha sperimentato le sue ricerche sul pisello odoroso, osservando che, due piante riprodottesi per autoimpollinazione, avevano caratteri diversi: una recessivi, l'altra dominanti.
Ora sui piselli anch'io ho fatto le mie sperimentazioni, ma solo per quanto riguarda la sua coltura nell'orto.
Ho notato negli anni, che la coltivazione dei piselli non è così facile ed è necessario conoscere il terreno del proprio orto per ottenere buoni risultati.
M'è capitato di distribuire i semi, direttamente dal contenitore, nel terreno ed ottenere una scarsa germinazione; ho poi provato a farli germinare nel cotone inumidito prima della semina e poi metterli a dimora, ma i risultati sono stati deludenti in quanto molti semi sono marciti.
Alla fine ho scelto di fare un piccolo solco, abbastanza superficiale, distribuire seme in abbondanza, innaffiare e poi coprire  con un leggero strato di terra; ho poi provveduto a mantenere il terreno sempre umido con frequenti ma leggere innaffiature, per facilitare la nascita delle piantine. Ho da allora in poi ottenuto risultati soddisfacenti.
Peccato che la pianta di piselli abbia una vita molto breve e tenda a seccare anche se il terreno è umido.
La produzione di piselli avviene in un periodo limitato, in tarda primavera. Io li semino in febbraio/marzo a seconda del tempo meteorologico e li raccolgo a fine maggio inizio di giugno.
Su suggerimento ho provato a seminarli ad inizio inverno, ma non ne è valsa la pena: tanto poi maturano nello stesso periodo.
I piselli freschi sono davvero buonissimi, anche se è una delle verdure che si presta benissimo alla surgelazione.
Comunque oggi ringrazio Mendel, perchè dai suoi piselli è iniziata la ricerca genetica, così utile all'umanità.

domenica 10 luglio 2011

Graham Greene: Il nostro agente all'Avana

Graham Greene è uno scrittore britannico, nato nel 1904 e morto nel 1991.
E' stato giornalista, narratore, critico cinematografico e letterario, sceneggiatore, nonchè agente dell'Intelligence Service.
Il romanzo "Il nostro agente all'Avana" è stato pubblicato nel 1958 e nel '59 ne è stato tratto l'omonimo film.
Scritto in piena guerra fredda, è una satira nei confronti della letteratura di spionaggio dell'epoca.
Il signor Wormold, modesto venditore di aspirpolvere, si contrappone alle spie tipo "007", uomini belli ed affascinanti, sempre vincenti, dotati di attrezzature fantascientifiche.
Egli viene contattato da un uomo dei Servizi Segreti britannici, che gli propone di diventare "agente" per l'Avana. La proposta è economicamente allettante: in quel periodo le vendite di aspirapolvere sono in calo e la sua bellissima e viziatissima figlia Milly ha esigenze sempre più costose, il nostro accetta.
Poi però si presentano i primi dubbi sulle sue capacità di essere una spia credibile e per non deludere i committenti ricorre alla fantasia ed inventa una rete di sub agenti elle sue dipendenze, invia relazioni su basi militari nemiche inesistenti, corredate da disegni ispirati ai suoi aspirapolvere.
Le sue invenzioni però scatenano delle reali reazioni del controspionaggio che culminano addirittura in alcuni omicidi.
Il finale è romantico, forse un po' scontato, forse un po' inutile.
Quando l'ho letto per la prima volta, avevo 20 anni forse, l'ho trovato esilarante; riletto ora m'è parso meno divertente, anche se gradevole e di piacevole lettura. Chissà se sono cambiata io o se è cambiata la società?
Mi interesserebbe conoscere il giudizio di qualche giovane d'oggi, per confrontare i gusti letterari.

sabato 25 giugno 2011

Piccole manie: dalle potature ai bastoni da passeggio

Certo che di gente strana ne conosco!
Un mio vicino di casa ha un hobby un po' speciale: creare bastoni da passeggio.
Dalle potature degli alberi selezioni rami delle giuste dimensioni, che siano belli diritti e li accantona per l'inverno.
Quando il tempo è brutto e non permette di stare all'aria aperta, lui prende quei rami, li leviga, li rende affusalati, li vernicia: lavoro di giorni e giorni, fatto con una cura che rasenta la pignoleria; poi compra i gommini da applicare alla parte che appoggia in terra ed attrezza la parte superiore con pomelli intagliati o con manici recuperati da ombrelli rotti.
Ha anche inventato un attrezzo, molto utile, per raccogliere le foglie di magnolia, che sono spesse e lisce, difficili da scopare: ad un bastone con pomello superiore ha applicato, con del robusto nastro adesivo, un chiodo con cui infilzare le foglie.
Ogni mattina il mio vicino si avvia baldanzoso, con uno dei suoi numerosi bastoni, verso uno dei bar del paese: è talmente arzillo che viene da chiedersi:
"Ma a cosa gli serve il bastone!"
Me l'ha svelato involontariamente qualche tempo fa.
Si stava parlando dei prezzi dei prodotti alimentari e di come siano diversi da un esercizio all'altro. Mi dice:
-" Sa un mattino che avevo sete, ma proprio tanta, tanta sete, sono entrato nel "Bar X" ed ho chiesto un bicchiere di bianco e l'ho pagato 1 euro. Poi qualche giorno dopo, avevo di nuovo sete, ma proprio tanta, tanta sete, sono entrato nel "Bar Y", ho chiesto un bicchiere di bianco e l'ho pagato esattamente il doppio".
Ed allora ho capito a cosa gli serve il bastone da passeggio: dopo qualche bicchiere di bianco il ritorno a casa è più difficoltoso e non solo  perchè la strada è un po' in salita!.

lunedì 20 giugno 2011

Piccole manie: fiori si, ma finti

All'ingresso del supermercato, alcuni giorni fa, ho incontrato un amico; stava facendo la spese per la cena a casa di suo suocero, rimasto vedovo circa un mese fa.
Come stai, come non stai solite formalità:
- Scusa se ti lascio, ma è tardi e devo passare dal fioraio prima che chiuda per comprare i fiori fnti.
- Per il cimitero? - dico io, pensando fossero per la suocera da poco deceduta.
- No sono per me, mi piacciono le composizioni di fiori finti ed ogni tanto ne compro una, ma poi la devo nascondere perchè mia moglie non vuole.
- Ma allora che senso ha comprarle se poi non puoi godertele?
- Me le porto in montagna e quando sono solo me le dispongo i giro per la casa, sul comodino, sul davanzale eccetera.
Ci siamo rivisti una mezz'ora dopo al semaforo, io ero ferma con l'auto, lui era in bici; è venuto a farmi vedere l'acquisto: un praticello con intorno la staccionata ed in mezzo i fiori, carino anche se a me i fiori finti non piacciono.
- Almeno non devo bagnarli.

"Sulla riva del fiume" : come eravamo

Per chi ha vissuto quegli anni (fine anni 50/60), leggere il libro è rivivere la propria gioventù, con i pochi mezzi che erano a disposizione, con la solidarietà fra la gente, pochi divertimenti e tanto lavoro e fatica.
Per i giovani potrebbe aiutarli a capire un periodo molto diverso dall'attuale: immaginare di vivere senza TV, senza internet, ma anche senza telefono, auto e tante altre comodità.
Non si andava in vacanza ed i divertimenti erano semplici: le bocce, le carte, la caccia; come si vede erano riservati agli uomini;  le donne potevano ballare una volta l'anno, alla festa del paese, se trovavano un cavaliere.
Mi sono piaciute molto le descrizioni del gioco delle bocce: si vede che è stata un passione di famiglia.
Altre pagine magistrali sono la descrizione della Fiat Seicento special, che termina con la frase:
"Un canto, un vero inno alla vita e al'ingegneria meccanica" (sono di parte....).
Un libro che si legge in fretta, sorridendo, forse solo un po' troppo dialetto piemontese, per chi non è avvezzo.

domenica 19 giugno 2011

Sulla riva del fiume un borgo alla fine degli anni cinquanta

Sono stata alla presentazione del libro "Sulla riva del fiume" di Marco Volpatto edito da Edizioni Angolo Manzoni - grandi caratteri corpo 16.
Sono sempre molto scettica quando l'autore si presenta in modo un po' umoristico - normalmente quando gli altri ridono io mi chiedo perchè; ma questa volta ho  dovuto ricredermi: Marco Volpatto è veramente una persona simpatica e lo è in modo spontaneo, non cerca di far ridere a tutti i costi: è così e basta.
La serata è stata gradevole e piacevolmente movimentata e così m'è nata la curiosità di leggere il libro, che è ambientato in Piemonte, a Mezzi di Po, alla fine degli anni cinquanta.
L'autore ha letto con grande efficacia alcuni brani del libro, usufruendo di "gadget" personali risalenti agli anni deldopoguerra. Egli, oltre ad essere docente di sociologia presso la Facoltà di Scienze Motorie, è anche autore di spettacoli teatrali, per cui tiene bene la scena. Appassionato di musica popolare, ha anche suonato uno strumento che io, probabilmente sbagliando, definisco "organetto".
Ho iniziato la lettura del libro ed ho trovato cose interessanti: descrizioni, ricordi ... e ... la punteggiatura al posto giusto, il che non è poco.

mercoledì 15 giugno 2011

La rucola: dalla semina all'uso in cucina

C'è un angolo del nostro orto, compreso tra 2 muri a 90 gradi, che essendo riparato, è diventato il nostro vivaio.
D'autunno in questo scampolo di terreno seminiamo radicchio, valeriana, bietola da taglio, rucola, cime di rapa. Queste piante sono sensibili alla luce solare e quando a fine inverno le giornate si allungano, montano e vanno in seme.
La rucola, a inizio primavera era rigogliosa e tenera, ma appena il clima è cambiato, è montata ed ha prodotto dei baccelli contenenti i semini. L'abbiamo lasciata seccare sul terreno e poi l'abbiamo estirpata.
Dopo la pioggia ed il caldo di questi giorni, sorpresa!, è nato un prato di rucola. Ora ha 2/3 foglioline e presto si potrà raccogliere.
Purtroppo d'estate la rucola monta velocemente, ma per un po' avremo tenere foglie aromatiche da aggiungere all'insalata.
A noi piace distribuirla sulla bresaola, sul manzo affumicato e sulla pizza, a fine cottura.

venerdì 10 giugno 2011

Il viaggio, Kerouac ed i suoi libri

Jack Kerouac ed i suoi libri "Sulla strada" e "I vagabondi del Dharma" sono sinonimo di viaggio.
Viaggi folli attraverso l'America, da una costa all'altra, dal mare alla montagna, in autobus, su treni merci o con l'autostop, senza mai trovare il proprio posto nel mndo.
I viaggi da lui descritti hanno il sapore della libertà, via dai vincoli della quotidianità, via da una società che crea un reticolo di doveri, reali o fasulli, una dipendenza continua da cose inventate da altri.
Lui, il padre della "beat generation", ha rappresentato bene una generazione che ha fatto del viaggio lo scopo di vita: vagabondaggi alla ricerca di loro stessi, esseri sempre inquieti, pieni di tormenti, a volte mistici, un po' santi, ma spesso dannati.
Fuga e ricerca; sesso, droga, alcool, ma anche poesia.
Ne "I vagabondi del Dharma" è molto bella la parte in cui descrive la scalata del Matterhorn, sembra quasi di doverne condividere la fatica e le emozioni, le paure e la soddisfazione. Quella cima che sembra ora vicinissima ed ora lantanissima: guardi avanti ed è lì, ma poi le forze mancano; guardi indietro e vedi il mondo in minatura.
Si, leggendo Kerouac vien proprio voglia di andare, viaggiare, scalare montagne, ma senza imitare gli eccessi, che hanno portato molti di quei giovani a divenire delle larve e spesso a morire in giovane età.
VG

lunedì 6 giugno 2011

frutta in cucina: un dolce alle ciliegie

 

In questo periodo ci sono ciliegie in abbondanza ed il problema è come non sprecarle.
Quest'anno, oltre alle solite marmellate, alle ciliegie sciroppate e sotto spirito, le ho utilizzate per un dolce buonissimo: il clafoutis. Devo dire che è paciuto tantissimo e l'ho rifatto più volte, sia in forno che in padella. Ho anche di volta in volta modificato la ricetta iniziale ed ho sempre ottenuto un buon risultato.
Ingredienti per il clafoutis da cuocere in forno:
300/400 gr. di ciliegie, 100 gr. di zucchero, 90 gr. di farina, 200 gr di latte, 3 uova 2 cucchiai di liquore (io ho messo della buona grappa) un po' di vanillina.
Spargere sul fondo della teglia parte dello zucchero e disporvi sopra le ciliegie denocciolate.
Preparare la pastella sbattendo lo zucchero e le uova, aggiungere gradatamente la farina setacciata, quindi il latte fino ad ottenere un composto omogeneo; aromatizzare  col liquore e la vanillina.
Versare a cucchiaiate la pastella nella teglia, evitando che le ciliegie si sollevino disordinatamente. Infornare a 180 gradi per 20/30 minuti.
A fine cottura spolverare con zucchero a velo.
Ho provato questa ricetta riducendo le uova e lo zucchero ed aumentando il latte.

Ricetta del clafoutis da cuocere in padella antiaderente:
Preparare la pastella come indicato nella ricetta precedente; aggiungere alla pastella le ciliegie tagliate a pezzi.
Mettere la padella sul fuoco ed imburrarne il fondo e le parti laterali, come per fare le crepes. Quando la padella è calda versare l'impasto, coprire con un coperchio e cuocere a fuoco moderato.
Quando anche la  superficie superiore del composto è rappresa far scivolare la torta sul coperchio e rivoltarla nella padella per dorarla da entrambe le parti. A fine cottura spolverare con zucchero a velo.
Questo dolce è buono sia tiepido che freddo.
E' un'ottima merenda per i bambini, ma in questo caso evitate di aggiungere il liquore.
VG

lunedì 30 maggio 2011

I fiori ed i frutti della primavera

La primavera è la stagione più ricca di fiori. La maggior parte delle piante da frutto fioriscono in primavera.
Nelle zone ad intensa coltivazione i ciliegi in fiore sono uno spettacolo: le colline sono nuvole bianche con, sullo sfondo, l'azzurro del cielo.
Ma la vera delizia sono i frutti di questa stagione: fragole, ciliegie e nespole.
I ciliegi, nei vecchi impianti, sono grandi alberi con fronde che scendono quasi fino a terra che danno ombra ed abbondanti frutti: cosa c'è di meglio che sedersi sotto un albero di ciliegio con un libro e degustarne i frutti
appena colti?
Oggi,per comodità di coltivazione e di raccolta dei frutti, si preferiscono alberi di dimensioni più contenute.
Le ciliegie sono frutti che deperiscono facilmente e vanno consumate in tempi brevi. Ci sono però molti modi di conservale, dalle classiche marmellate e confetture alla surgelazione. Si possono conservare sotto "spirito" e sciroppate. Se le ciliegie sono molto acquose, dopo una prima breve cottura, si possono colare ed ottenere un liquido, che con l'aggiunta di zucchero, diventa un gradevole sciroppo.
Anche i picciuoli sono utili: debitamente lavati ed essicati all'aria, conservati in barattoli, servono per tisane diuretiche.
Se si vuole piantare un ciliegio nel proprio orto o giardino la difficoltà principale è la scelta "cultvar", talmente tante sono le qualità in commercio. Qualunque varietà si scelga comunque i più felici saranno gli uccellini, soprattutto se non si fanno tratamenti con prodotti chimici.
VG

sabato 28 maggio 2011

Andrea Vitali: storie minime di un piccolo borgo, ma specchio di una certa Italia.

Andrea Vitali è un "raccoglitore " di storie, che rielabora con ironia e fantasia, trasformando un piccolo borgo nello specchio dell'intero paese.
La sua scrittura è scarna e veloce, ma rende bene le situazioni e gli ambienti. I capitoli sono brevi ed hanno la caratteristica di ribaltare le situazioni precedenti. I personaggi sono bellissimi, ognuno caratterizzato da un difetto predominante, già preannunciato nel suo stesso nome: Estenuata, suor Emerita, Ragionier Onorato....
Il primo libro che ho letto "Almeno il cappello" l'ho trovato esilarante e di piacevole lettura. "La figlia del podesta'" l'ho trovato meno fresco, anche se gradevole.
Anche se da facile lettura, i libi di Vitali fanno pensare alla nostra società, con tutti i suoi difetti; i personaggi, se ci guardiamo attorno, affollano la nostra vita e se ci guardiamo dentro con un po' di onestà rappresentano in fondo i nostri "difettucci".
Una lettura gradevole per l'estate.

sabato 21 maggio 2011

Bambine di un tempo: senza televisione, senza videogiochi e pochi divertimenti

Il libro "straniera" della Visconti descrive bene la vita dei bambini nella prima metà del secolo scorso.
Anch'io, come lei, amavo stare con gli adulti ed ascoltare i loro discorsi. La domenica venivano le mie zie e le prozie a trovare mia nonna; io mi intrufolavo fra di loro e cercavo di captare le loro reciproche confidenze. Appena si accorgeva della mia presenza, mia nonna mi mandava via: "Vai a giocare" mi diceva.
A giocare con cosa?
Allora mi rifugiavo nel "giardinetto", che era un piccolo spazio dedicato solo ai fiori, a fianco del'aia. E lì fantasticavo, sognavo una vita avventurosa e, se avevo "qualcosa" da leggere, leggevo. "Qualcosa" poteva essere un libro, in casa nostra erano rari anche se preziosi, ma più spesso pagine di giornale o di riviste con le quali i commercianti avvolgevano le merci.
I discorsi degli uomini erano meno intriganti; parlavano di sport, calcio e ciclismo, e di poltica ed a volte alzavano la voce. Temevo che litigassero e mi angosciavo; loro invece, finita la discussione, erano di nuovo amici.
Gli uomini si assiepavano attorno alla radio per seguire le partite o il giro d'Italia, poi si mettevano a giocare a bocce nel cortile.

venerdì 20 maggio 2011

Un libro da divorare: vita avventurosa di una donna

"Straniera" di Hélène Visconti è un libro che si legge in fretta. Ho apprezzato sopratutto la sua freschezza, le descrizioni dei paesaggi sintetiche, ma efficaci. I ricordi sono narrati con gli occhi di bambina e non analizzati con la mentalità di una donna adulta.
Il libro racconta la vita vera di una bambina nata in Spagna, cresciuta in Algeria, dove si è integrata nella comunità locale. Il movimento di liberazione nazionale algerino costringe la famiglia ad emigrare in Marocco.
Senza patria, senza radici si trasferisce a Parigi; cerca le sue origini in Spagna, accolta con affetto dai parenti, ma presto deve fuggire, in quanto non è gradita dal regime franchista. Finalmente in Italia trova un po' di tranquillità e soprattutto ritrova il mare, che ha tanto amato in Algeria.
Vita avventurosa, sempre provvisoria ma libera da vicoli, tadizioni ed ideologie.
"Sono straniera nel mio paese, nella mia terra, nelle mie oriini, e lo sarò dappertutto e per sempre. Non ho più nulla da perdere. Mi hanno rubato tutto".

martedì 17 maggio 2011

Asturias: Uomini d mais

Ho trovato in biblioteca un libro prezioso: un'etichetta all'interno dice:
"Questo libro non è più in commercio; lo trovi solo in biblioteca"
L'autore Miguel Angel Asturias è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1967 ed ora temo sia totalmente dimenticato, come è capitato a molti altri.
Michela Murgia domenica, al salone del libro di Torino, lamentava che non viene pù letta Grazia Deledda, autrice sarda, anche lei Premio Nobel per la letteratura.
Il libro "Uomini da mais" è forse il libro più importante di Asturias. In esso ritrovo la poetica di molti scrittori sudamericani ed anche di alcuni spagnoli.
Il libro è stato scritto nel '49, ma i temi trattati sono ancora attuali.
Poichè sono appena all'inizio della lettura, mi riprometto di riparlarne con conoscenze più approfondite.
Vorrei anche parlare della coltivazione del mais, coltura importante, ma che ha creato e crea ancora problematiche anche in Italia.

Viola glicine

sabato 14 maggio 2011

....ancora del glicine

Il mio glicine aveva un tronco di circa 10/12 cm. , vecchio e legnoso, che si avvolgeva ad un supporto di ferro. La chioma era folta e copriva il gazebo metallico. Un giorno, un incompetente ha pensato di potarlo in modo deciso ed ha lasciato solo parte del tronco legnoso; la pianta, offesa, è seccata. Grande è stata la mia rabbia. Fortunatamente l'anno successivo sono spuntati dal terreno nuovi germogli, che ora hanno le dimensioni di circa un pollice e sono vigorosi e producono ricche infiorescenze. Ora me ne occupo io e lo poto con parsimonia, togliendo solo i virgulti  troppo invadenti.
Il glicine può avvolgersi ai sostegni o in senso orario o in senso antiorario. Il mio si avvolge in senso antiorario.
Si può riprodurre per seme o per propaggine. Le piante nate da seme tardano moltissimo a fiorire; per accelerare la fioritura si può procedere all'innesto. Io preferisco la riproduzione per propaggine.
Avendo radici molto vigorose, spesso nascono nuovi germogli anche a distanza dalla pianta madre. Ne sto
seguendo alcuni per vedere se e in quanto tempo giungono a fioritura.

Viola glicine

venerdì 13 maggio 2011

Sotto il glicine

Ho passato delle bellissime estati sotto la pergola del glicine; sul tavolo da giardino libri e riviste, il ricamo, la maglia, i giochi dei miei figli. In primavera i suoi  grappoli azzurro violetto sono uno spettacolo per gli occhi ed il profumo è talmente intenso che inebria. Le api del mio vicino apicoltore ronzano per giorni: forse un po' del loro miele è mio.
"Lo studio era pieno dell'odore intenso delle rose, e quando la brezza estiva passava tra gli alberi del giardino, penetrava dalla porta aperta il profumo pesante del glicine....." Oscar Wilde "Il ritratto di Dorian Gray"
Amo le piante ed alcune in particolare mi affascinano.
Viola Glicine